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WALL STREET: in calo dopo Fed; pesa petrolio, male titoli tech

09/11/2018 4:39pm

MF Dow Jones (Italiano)


ING Groep NV (EU:INGA)
Historical Stock Chart


From Apr 2019 to Apr 2024

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Wall Street tratta in calo dopo che la Federal Reserve ha dato indicazioni per un mantenimento della rotta di graduale rialzo dei tassi di interesse. Inoltre sull'azionario Usa pesano i netti ribassi dei prezzi del petrolio.

"Attualmente i mercati vedono i cali" del greggio "come un segnale di rallentamento dell'economia globale", afferma Carsten Brzeski, capo economista di Ing, secondo il quale però la discesa dell'oro nero dovrebbe essere un fattore positivo a supporto dei consumi.

Il Dow Jones lascia sul terreno lo 0,77% e l'S&P 500 lo 0,98%. Male soprattutto il Nasdaq Composite che scende dell'1,45%, con i titoli del comparto tech ancora una volta in affanno. Facebook, Amazon, Netflix e Alphabet trattano tutte in ribasso.

Per quanto riguarda la politica monetaria, la Fed ha lasciato i tassi d'interesse invariati tra il 2% e il 2,5%, rassicurando gli investitori nel suo comunicato sullo stato di salute dell'economia americana. Le parole della Fed suggeriscono anche che un altro rialzo dei tassi è probabile a dicembre, dato che l'autoritá monetaria Usa ha confermato di voler proseguire su un percorso graduale di stretta monetaria. "Il mercato del lavoro ha continuato a rafforzarsi, mentre l'attivitá economica continua ad espandersi ad un ritmo forte", si legge nel comunicato post-Fomc.

Per il 2019, sottolineano gli analisti di Commerzbank, sono previste altre tre strette monetarie sono previste, e innalzerebbero il tasso di riferimento della Fed al 3,25% entro il terzo trimestre del 2019 (si prevede un rialzo a trimestre fino ad allora). La normalizzazione del bilancio sta procedendo alla velocitá limite, cioè con un massimale di 50 miliardi di dollari al mese. Da quando è iniziata la normalizzazione ad ottobre 2017, il portfolio di titoli della Fed ha subito una riduzione del 7%, ovvero di quasi 300 miliardi di dollari e dovrebbe procedere a questo ritmo se non ci saranno eventi inattesi. Nel frattempo, i prezzi del greggio continuano a indebolirsi dopo essere entrati ufficialmente in un territorio di mercato ribassista secondo i principi dell'analisi tecnica, con un calo del 20% dai massimi.

A pesare sui listini è poi anche il dollaro che, in base al Wsj Dollar Index, è salito del 5,3% quest'anno, notizia negativa per l'azionario del Paese. "L'apprezzamento" del biglietto verde "potrebbe rappresentare un ostacolo alla crescita degli utili" societari "nel breve termine", afferma Ian Hui, global market strategist di J.P. Morgan Asset Managment, evidenziando che "molte aziende americane presenti sul mercato internazionale subiranno un aumento delle pressioni sulle esportazioni". L'esperto sottolinea poi che le aziende Usa hanno registrato risultati solidi nel terzo quadrimestre ma che la crescita è destinata a rallentare. "Gli utili finiranno sotto pressione il prossimo anno", afferma infine Hui, secondo cui "l'aumento dei salari, accompagnato dai maggiori costi di produzione e dall'incremento dei tassi d'interesse, finirá per intaccare i margini di guadagno nel 2019".

Nel frattempo, sul fronte macroeconomico, i prezzi alla produzione per la domanda finale negli Usa sono saliti dello 0,6% a livello mensile a ottobre, una lettura superiore al consenso degli economisti a +0,3% m/m. Il dato di settembre è stato confermato a +0,2% m/m. Sempre a ottobre, i prezzi alla produzione core sono saliti dello 0,5% (consenso a +0,2% m/m), e quelli per consumi personali sono cresciuti dello 0,8%.

Inoltre l'indice di fiducia dei consumatori statunitensi elaborato dall'Universitá del Michigan, secondo la lettura preliminare di ottobre, si è attestato a 98,3 punti, al di sopra del consenso degli economisti contattati dal Wall Street Journal a quota 97 punti. Il sotto-indice relativo alle aspettative si è attestato a 88,7 punti, mentre quello relativo alla situazione corrente è risultato pari a 113,2 punti.

Sul valutario il cambio euro/usd tratta a 1,1350, con minimo a 1,1327 e massimo a 1,1369. Infine sull'obbligazionario il rendimento del Treasury biennale tratta al 2,941% e quello del decennale al 3,189%.

alb/lus/voc/vdc

alberto.chimenti@mfdowjones.it

 

(END) Dow Jones Newswires

November 09, 2018 11:24 ET (16:24 GMT)

Copyright (c) 2018 MF-Dow Jones News Srl.

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