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Unicredit: al lavoro su 1 mld di utp (MF)

03/12/2021 7:57am

MF Dow Jones (Italiano)


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In casa Unicredit l'attenzione per incagli e deteriorati resta alta. Tanto che, secondo indicrezioni lanciate da Reuters, la banca guidata dal ceo Andrea Orcel sarebbe pronta a selezionare un servicer per gestire un portafoglio di crediti unlikely-to-pay (utp) che vale un miliardo di euro.

Da piazza Gae Aulenti dovrebbero essere in partenza i teaser da presentare ai principali player del settore e a soggetti specializzati nella gestione di utp. Alla finestra dovrebbero esservi quindi doValue (che proprio ieri ha finalizzato due importanti cartolarizzazioni Gacs in Italia per un controvalore di circa 3,5 miliardi di euro), Prelios, Intrum, Gardant e Aurora Recovery Capital. Il valore medio delle singole posizioni è di circa 20 milioni, volume lievemente maggiorato dopo l'unificazione di due portafogli che l'istituto, in un primo momento, aveva pensato di cedere separatamente.

Questa mossa si inserisce nella costante attenzione che Unicredit dedica alla pulizia del bilancio e, in questa direzione, non è escluso che qualche indicazione possa emergere nel corso della presentazione del nuovo piano il 9 dicembre (in cui potrebbe anche annunciare circa 3 mila esuberi). Va comunque riconosciuto come l'incidenza degli npe sul totale impieghi dell'istituto sia notevolmente scesa negli ultimi anni. In quest'ottica, come anticipato da MF-Milano Finanza il 18 novembre, attualmente sul tavolo vi sarebbe la gestione degli utp, una asset class su cui negli ultimi anni si sono progressivamente focalizzati gli sforzi del sistema bancario.

Nei conti al 30 giugno il portafoglio lordo per Unicredit ammontava a 13,4 miliardi, con un'incidenza del 2,95% sugli impieghi complessivi dell'istituto e un valore di bilancio di 6,7 miliardi rispetto ai 7,1 miliardi di sofferenze lorde. Sinora l'approccio è stato quello di trattare caso per caso le singole posizioni, mettendo in campo le competenze interne necessarie, al al vaglio del vertice di Unicredit ci sarebbero alcune opzioni come per esempio quella di stringere una partnership con un operatore industriale attivo nel settore del debt management. La scelta consentirebbe alla banca di esternalizzare parte dell'attività di gestione e di avvalersi di professionalità specialistiche per assistere i debitori. Qualcosa di simile, insomma, a quanto fatto nel 2019 da Intesa Sanpaolo con Prelios e da Banco Bpm con Credito Fondiario.

fch

 

(END) Dow Jones Newswires

December 03, 2021 02:42 ET (07:42 GMT)

Copyright (c) 2021 MF-Dow Jones News Srl.

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