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Ilva: pronto piano governo per ingresso Stato (Rep)

09/12/2019 7:50am

MF Dow Jones (Italiano)


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Il piano del governo per salvare le acciaierie di Taranto e le migliaia di posti di lavoro che dipendono dalle sorti dell'ex-Ilva passa per un'operazione molto complessa con dentro un partner pubblico come Cassa depositi e prestiti, un'azienda controllata dallo Stato come Snam, il gruppo Arvedi di Cremona e Trieste e infine, ancora, ArcelorMittal.

Lo scrive Repubblica aggiungendo che al ministero dello Sviluppo giurano che non c'è stata nessuna fuga degli indiani, nessuna lettera con l'offerta di un miliardo di euro pur di andar via. Al Mise, spiega il giornale, si continua a trattare, nonostante l'annuncio della scorsa settimana dei 4.700 esuberi non sia piaciuto affatto al governo, che imputa alla società franco-indiana il tentativo di alzare il prezzo per ottenere il più possibile dalla trattativa.

L'obiettivo di Giuseppe Conte e Stefano Patuanelli è quello dichiarato fin dal primo giorno: ridurre al massimo i licenziamenti, certo. Ma soprattutto, cominciare una riconversione che parta proprio dalla produzione dell'acciaio con una tecnologia più pulita: il preridotto come materiale ferroso di base, sempre più gas al posto del carbone, un forno elettrico che sostituisca il pencoloso, e non ancora a norma, Altoforno 2. Con l'obiettivo di produrre 8 tonnellate di acciaio all'anno, ma a un costo ambientale molto ridotto rispetto a quello attuale, che porta con sé un'altissima incidenza di tumori e malformazioni neonatali, quartieri assediati dalle polveri inquinanti e la disperazione di chi si trova da quarant'anni dentro un continuo ricatto: salute o lavoro.

Il progetto cui sta lavorando il ministro Patuanelli non è semplice perché prevede prima di tutto che ArcelorMittal ci stia, che accetti le immissioni di capitale che arriveranno attraverso Cdp e Snam e riduca gli esuberi drasticamente: a regime, il governo vorrebbe limitarli ai 1.800 che sono rimasti nella vecchia amministrazione straordinaria e sono ora in cassa integrazione. Per loro, il Cantiere Taranto prevede anche un fondo straordinario da 50 milioni che consentirebbe di dare sgravi contributivi fino al 100% per tre anni a chi assume lavoratori provenienti dal polo siderurgico. Tutti gli altri lavoratori dovrebbero essere mantenuti grazie a Snam (che è chiaramente cruciale per l'approvvigionamento del gas, risorsa più pregiata e costosa del carbone) e soprattutto a Cdp (si sta cercando un modo per evitare che l'intervento della Cacca si configuri come aiuto di Stato e incorra in sanzioni da parte della Commissione europea).

C'è poi il gruppo Arvedi, che il triestino Patuanelli conosce bene e che faceva parte della vecchia cordata interessata all'ex-Ilva, quell'Acciai Italia sconfitta da ArcelorMittal nella gara svolta quando al governo c'erano Paolo Gentiloni premier e Carlo Calenda ministro: l'ingresso della società che gestisce le acciaierie di Cremona e Trieste sarebbe fondamentale per la tecnologia necessaria alla riconversione. Sia per la creazione del forno elettrico che per l'uso del gas, un know how che Mittal non ha e che ha finora considerato troppo costoso.

Il progetto è ambizioso e per niente semplice. Servono 3,2 miliardi di investimenti complessivi in un arco temporale di 4-5 anni. Di questi, la parte che riguarderebbe lo Stato potrebbe essere di oltre mezzo miliardo. Se però andasse in porto, se la trattativa arrivasse davvero a un esito positivo, si potrebbe perfino tornare a parlare di una sorta di scudo penale che consenta di mantenere in funzione gli impianti mentre si procede al loro adeguamento.

C'è però una parte del governo che non si fida di Mittal e teme che sull'Ilva possa accadere quanto già accaduto con Alitalia: che uno dei soci impegnati nel salvataggio si sfili all'ultimo momento, mettendo a rischio il destino delle ventimila famiglie interessate (considerando anche l'indotto). E a non fidarsi sono anche i lavoratori: alle 23h00 di stasera cominceranno le 32 ore di sciopero indette da Fini-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm. La protesta culminerà do mani con la manifestazione nazionale di Roma, dove da Taranto sono pronti ad arrivare 15 pullman.

Oggi al Mise si incontreranno i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria e il negoziatore incaricato dal governo, Francesco Caio, presidente Saipem ed ex ad Poste Italiane. Domani, è invece previsto un nuovo importante incontro con l'ad di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli.

vs

 

(END) Dow Jones Newswires

December 09, 2019 02:35 ET (07:35 GMT)

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