Alitalia: Cerchiai, ancora disponibili ma serve piano rilancio (Mess)

"Premesso che Atlantia resta interessata a sostenere il rilancio di Alitalia, la proposta di Delta è del tutto inadeguata perchè non identifica quel partner industriale realmente coinvolto di cui il progetto avrebbe bisogno. Senza questo presupposto, i denari investiti da Atlantia e dagli altri soci sarebbero stati solo un contributo a un salvataggio destinato a fallire".

Lo ha detto in un'intervista al Messaggero il presidente di Atlantia, Fabio Cerchiai. "Quella trattativa ha comportato un forte impegno di uomini e risorse e il nostro interesse al rilancio è tuttora evidente visto che Fiumicino, l'aeroporto più importante d'Italia, fa capo a noi e che il fallimento della compagnia avrebbe un impatto pari al 28% dei nostri ricavi aviation", ha aggiunto. Quanto al fatto che forse è stato commesso un errore ad abbandonare la partita su Alitalia nel momento più delicato, soprattutto in relazione all'altra partita, quella sulle concessioni autostradali, "non è stato un errore- ha spiegato Cerchiai- . Il governo ha chiesto che fosse elaborato un piano effettivo di rilancio, non di salvataggio. E noi a quello siamo interessati. Con Delta indisponibile a cimentarsi nella gestione della compagnia, è impensabile varare un piano industriale di vero rilancio. Per questo insieme a Fs abbiamo preso contatto con Lufthansa, decisamente più disponibile sul versante industriale, seppure a certe condizioni".

"Come si può pretendere che Atlantia si impegni in un'avventura a rischio e destinata ad assorbire ingenti risorse, quando il futuro della più importante controllata del gruppo diventa incerto? Non va dimenticato che a nostra volta abbiamo degli obblighi nei confronti dei 31 mila dipendenti, dei 40 mila azionisti e dei numerosi investitori istituzionali", ha proseguito il presidente assicurando che, nell'ipotesi in cui Delta cambiasse idea e decidesse di essere quel partner industriale che chiede Atlantia, il gruppo potrebbe partecipare all'eventuale nuova cordata "perché si tratta di una compagnia di grande livello, apprezzata in tutto il mondo. Le nostre obiezioni riguardano il ruolo 'passivo' che fino ad oggi sembra voler giocare. Lufthansa, che pure chiede garanzie sugli esuberi, ha però un progetto ampio, visto che nei suoi piani c'è l'idea di trasformare l'aeroporto di Fiumicino, che considerano un'eccellenza, nell'hub per l'Europa mediterranea. E questo è un vantaggio per il Paese".

"Se Delta avesse voluto partecipare pienamente al progetto, contribuendo a costruire un piano industriale solido, Atlantia e Fs avrebbero potuto anche fare sforzi aggiuntivi per consentire una gestione degli esuberi più soft rispetto ai 2.800 preventivati. Ora tutto è più complicato. A cominciare dai rapporti con Bruxelles che oltre al prestito di 900 milioni, ormai in gran parte bruciato, dovrà valutare il nuovo di 400 milioni. Auguriamoci che non li classifichi come aiuti di Stato", ha concluso.

red/alu

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December 06, 2019 02:25 ET (07:25 GMT)

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